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Radiografia dell’autorità ecclesiale.
Sesto anello egoisticale: il monopolio del potere.
Monopolio sacramentale.
Monopolio sessual-sponsal-coniugale.

La terza componente della celebrazione matrimoniale cristiana:
Pubblicità e solennità da assegnare. Basilare è
l’amore sacrificale. Completiva: è la sua congiunzione.
Integrativa è la sua pubblica solennità. Mancherebbe qualcosa
di importante se fosse assente la solennità pubblica.
1) La pubblicità: punta a diffondere la conoscenza di un
atto incisivo assai. Non è un atto solo privato, ma un atto
che influisce socialmente. È una nuova famiglia che si
forma; la sua collocazione è accannto ad altre preesistenti.
Una nuova sorgente di vita umana. Rapporti nuovi di
parentela. Ma per il matrimonio cristiano ancor più forte
è l’influenza religiosa. Gli sposi cristiani recano alla
comunità e notizia e impegno di una coppia che si
dichiara pubblicamente votata alla sacrificalità dell’amore.
Ma se l’unione fosse veramente sacrificale, non so se
nel mondo in cui viviamo, otterrebbe tanta pubblicità
quanta ne ottiene l’amore egoisticale.
2) La solennità: parte integrante della celebrazione cristiana.
C’è una solennità solo significata ed è quella che
viene legata alla serie del grande ornato: giardino floreale,
tappeti accoglienti per il passaggio degli sposi, i
drappeggi che fanno palpitare di esultanza. C’è una
solennità animata dai partecipanti, che deposto il mutismo
quotidiano, si lanciano sulla via della festosità,
delle acclamazioni e dei rumorosi battimani.
Pubblicità e solennità per l’unione sacrificale donde traggono
la loro movenza? Non sono solo applicazione al
sacrificale di uno sfoggio egoisticale, ma la loro origine è
di sapore divino Figliale. La celebrazione del sacrificale è
di origine divina Figliale. Gesù infatti ha celebrato un
qualcosa di grande. Che cosa? Veramente la gente ha tentato
di fare una sua celebrazione con una scelta egoisticale.
S’è messa a celebrare quanto di portentoso Lui faceva.
Gesù risana da ogni malattia. Risuscita dalla morte. Nutre
di pani e di pesci una moltitudine. Gesù previene quelle
celebrazioni popolari egoisticali.
Comanda al lebbroso guarito di non dire nulla a nessuno,
ma di recarsi dal sacerdote e di fare l’offerta prescritta da
Mosè. Gesù svuota ogni tentativo celebrativo popolare.
Per celebrare il miracolo alimentare, la gente si muove
per acclamarlo re. Ma Gesù inavvertitamente se ne va. Il
giorno dopo viene ripescato a Cafarnao e coglie l’occasione
per bocciare anche verbalmente il conato celebrativo.
‘Voi mi cercate, non perché avete visto (un segno parlante),
ma perché avete mangiato e vi siete saziati.
Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per
la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà’. Una sola
sua celebrazione Lui ha voluto e ha disposto. Quale? Ha
dato ordine per una sua cavalcatura d’asino. Ai suoi il
compito di diffondere la notizia della sua celebrazione
solenne, cui la folla accorsa da ogni parte per le celebrazioni
pasquali risponde con un entusiasmo festante agitando
processionalmente rami di ulivo e di palma e stendendo
i suoi mantelli lungo il percorso trionfale. La gente ha
inteso celebrare l’ingresso di Gesù nella capitale come
segnale della grande riscossa popolare contro la dominazione
pagana dei Romani.
Gesù intendeva ben altro. Ha voluto celebrare il suo
ingresso nel suo sacrificale. Entra nella sua ora portando
con sé lo sposalizio umano per dargli la benedizione sacrificale.
Ma vediamo quando e come ha fatto questo. Ha
sfruttato la presenza, su invito, a una celebrazione nuziale.
Siamo a Cana di Galilea. La mancanza di vino muove
la Madre a fare pressione sul Figlio.
Gesù non benedice quel matrimonio, né con la sua presenza,
né con la sua azione miracolosa, ma la aggancia a un
miracolo (acqua in vino) cui assegna l’annuncio di quell’altro,
assai simile, che compirà per comporre il sacrificale
eucaristico (vino in sangue).
Col suo sacrificale crociale si unisce alla sua Chiesa, su
affidamento Paterno, per quella irradiabilità ed ecclesialità
che vi consegue. Lo sposalizio ecclesiale (anche la
Chiesa la si chiama la Sposa di Cristo) e lo sposalizio coppiale
nascono insieme dal sacrificale: due gemelli sacrificali.
Gesù entra solennemente e pubblicamente nel suo
sacrificale sponsale.
Ma c’è nella Chiesa cristiana il sacrificale sponsante?

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