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Sia fatta la tua volontà sacrificale terrestre: la bellica.
Quale volontà? La permissiva? Per quale volontà il Padre vuole la guerra? Non per volontà punitiva. Si passa allora
a una seconda possibile: forse per volontà permissiva? A
differenza della prima che è di stampo biblico, questa è di
provenienza fideata. È dalla fede che l’abbiamo avuta in
conoscenza e in formazione: Dio permette il male per trarne
il bene. Esaminiamola:
*) Permettere, cosa significa? Ha il suo contrario: impedire.
La vita dell’uomo scorre in tre fasi: l’essere, il fare, il
diventare. Ora l’atto permissivo non si svolge né all’essere,
né al diventare.
a) Non all’essere: se noi siamo, non lo dobbiamo alla
permissione di qualcuno. Siamo, e nessuno può
impedirci di essere.
b) Non al diventare: anche se mi si facesse uscire dal
corpo, uccidendomi, il mio essere diventato non va
soggetto ad alcun impedimento. L’atto permissivo si
volge unicamente al fare dell’uomo, per questo permettere
vuol dire: lasciar fare.
*) Fra chi nasce il rapporto di permissività? Nasce da un
superiore che può permettere o impedire l’azione del suo
inferiore. Tale rapporto lo troviamo:
a) Nell’ambito famigliare: una mamma per avviare il
suo bimbo alla deambulazione autonoma, lo lascia
andare da solo, pronta a riafferrarlo non appena
vacillando corre pericolo di cadere.
b) Nell’ambito ecclesiale: negli anni 60-70 nella
Chiesa è nato un tentativo generoso da parte di vari
preti cattolici per riportare il mondo operaio al
Vangelo e a Cristo. Furono i preti operai che lavoravano
a fianco dei laici. Esperienza che la Chiesa ha
permesso. Ma non appena il tentativo di evangelizzazione
si ritorse negativamente sui preti aspirati nel

vortice della lotta di classe, l’autorità ecclesiale fece
rientrare quel generoso tentativo.
c) Vorremmo sapere se il rapporto permissivo esiste
pure nell’ambito divino: fra Dio e l’uomo. Dio permette
all’uomo, lo lascia fare? Il fare dell’uomo si
diversifica in bene e in male.
L’uomo fa il bene, come pure fa anche il male. Ora Dio
permette il bene o permette il male?
*) Permette il bene? Se l’uomo può fare il bene da se stesso,
indipendentemente da chiunque, allora Dio potrebbe
permetterlo, ma se l’uomo è incapace di qualsiasi bene,
allora non si dà luogo alla permissione divina. Può l’uomo
fare il bene da se stesso? Alla domanda risponde Gesù,
ricorrendo a un segno vegetale che parla chiaramente: il
segno allegorico della vite e dei tralci.
Tra il tralcio e la vite c’è una dipendenza assoluta, tanto
che un tralcio non può fruttificare da se stesso, se non
rimane unito alla vite. Applicando a sé e a noi, Gesù pone
una tassativa affermazione: ‘Io sono la vite, voi i tralci; chi
rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di
me non potete far nulla (di bene)’. E perché mai? Il tralcio
è in dipendenza assoluta dalla vite, la quale gli fornisce in
continuità lo scorrimento della linfa vitale, un po’ simile al
sangue che scorre nel corpo umano.
Così il cristiano è in dipendenza assoluta da Cristo per
quella linfa vitale che gli fa scorrere. Ed è una sola: la linfa
dell’amore sacrificale. Quell’amore Figliale che si è fatto
irradiabile ed ecclesiabile proprio mediante il sacrificio
crociale. È l’unico bene.
Altri pensati e affermati non lo sono. Il beneficare, il religiosare,
con qualsiasi atto religioso, come la preghiera,
l’atto liturgico, non costituiscono bene genuino. In Gesù ci
si pone mediante la fede. Ci si può restare, ma senza fruttificare
sacrificalmente; allora il Padre taglia da Gesù.
Solo chi rimane in Gesù, e Gesù in lui con il suo amore
sacrificale, porta molto frutto. Questo bene non lo si permette,
perché non è da me.
Viene elargito dal Figlio su affidamento Paterno.

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