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Radiografia dell’autorità ecclesiale.
Sesto anello egoisticale: il monopolio del potere.
Monopolio sacramentale.
Monopolio sessual-sponsal-coniugale.

La sponsale che autorità è? V’è la giusta e v’è la sbagliata.
Gesù stesso ha dato il via alla giusta: ed è la cristiana.
Non tanto comandata ed imposta, ma resa possibile e proposta.
In che modo? Facendosi irradiabile nel suo spirito
di amore sacrificale mediante il sacrificale crociale.
L’irradiato si fa cristiano: ‘Colui che segue Gesù, vivendo
di quell’amore sacrificale che gli si è dato da vivere’.
Come Gesù col suo sacrificale crociale sposa la sua
Chiesa, così la coppia cristiana si unisce congiungendo il
suo amore sacrificale. Gesù lo ha reso possibile, ma di
fatto con che amore si uniscono i sedicenti cristiani, quelli
che si dicono tali solo in base al Battesimo infantile?
Normalmente tali cristiani si uniscono congiungendo
l’amore egoisticale.
1) È questo che regola la fase formativa: l’avvio all’accoppiamento
non è dato da libera scelta, ma viene esigito
dal maggior fascino che viene esercitato. Il percorso
lo si fa coltivando l’armonia egoisticale per la quale
si vanno cogliendo i singoli gusti egoisticali per soddisfarli
prontamente e generosamente. Ma la prova più
sicura del volersi bene è l’estasi sessuale prematrimoniale
e se ne fa assoluta richiesta. Nella fase formativa
non possiamo negare la presenza di una capacità sacrificale
eccezionale, che ha la sua unica spiegazione in
quel forte legame egoisticale, che ad ogni costo non
vuole accettare una eventuale perdita.
2) E qual è la celebrazione? Nota dominante è la sfarzosità
e la mondanità egoisticali.
Il tutto si colloca nella cornice religiosa: ci si sposa non in
Comune, ma in Chiesa. Per ora non c’è ambientazione
migliore, ma se per caso una mente eccentrica ne avesse a
escogitare una migliore, i sedicenti cristiani sarebbero i
primi ad optare per essa. Siamo davanti a una autentica
unione egoisticale.
a) Che unione è? Vera o falsa? È vera! Infatti si congiungono
due amori divini Paterni, anche se Satana
li ha egoisticizzati. Vera unione e la civile e la religiosa.
È proprio dell’amore egoisticale unire due
persone in comunione pure accidentale: due amici
fanno comunione, pure i genitori e i figli, come pure
due sposi.
b) Ed è anche Sacramento? Occorre un profondo
esame che parte dalla definizione di Sacramento. È
un segno sensibile, sicuramente profeticale e quindi
parlante. È anche un segno producente?
Se mi allineo al Concilio di Trento (1545-1563) dovrei
dire che è un segno sensibile efficace della grazia. E che
grazia sarebbe quella che elargisce il sacramento del
Matrimonio? È sicuramente la grazia dell’amore sacrificale.
Grazia non è tanto la congiunzione, ma l’amore che
viene congiunto. Ma può il Sacramento elargire la grazia
dell’amore sacrificale in una breve sua celebrazione?
Vediamo. L’amore sacrificale va composto in coscienza:
che è conoscenza convinta che riesce ad accaparrarsi la
volontà. La conoscenza la attingo dalla Parola che mi si
offre. Quale la conoscenza essenziale? Eccola:
1) Il Padre è amore sacrificale. Sacrificalmente, per espropriazione
cedente, genera il Figlio nell’eterno e nel tempo.
2) Il Figlio viene in Gesù a fare il Figlio, vivendo di quell’amore
sacrificale Paterno che gli si è dato da vivere in
forma personale di Figlio.
3) Col suo sacrificale crociale consegue la sua metamorfosi
per la quale il suo Spirito si fa irradiabile e ecclesiabile.
4) La Parola divina è il mezzo di trasporto usato dallo
Pneuma che lo compone in coscienza sacrificale, ve lo
concepisce con una concezione battesimale conscia.
Percorso lungo e laborioso quello che porta al possesso
dell’amore sacrificale. Sarebbe una via magica quella in
cui l’amore sacrificale venisse avvalorato dal sacramento.
Una via che non esiste. Ma allora non dà nulla il sacramento?
Nella normale età sponsale la coscienza sacrificale è
sicuramente in fase accrescitiva non solo singolarmente,
ma in abbinamento e quindi percettiva, inoltre entra nella
fase applicativa. Sicuramente il sacramento imprime una
accelerazione e alla sua crescita e alla sua applicazione.
Tutto questo lo si può chiamare la grazia del sacramento o
grazia sacramentale. Ma questo non avviene quando ci si
unisce con l’amore egoisticale. Si può affermare:
a) Il sacramento sacrificale è dativo di grazia sacramentale
e manifestativo di grazia sacrificale.
b) Il sacramento egoisticale è solo manifestativo di
amore egoisticale tanto in civile quanto in religioso.
Si può allora domandare ai matrimoniati cristiani, che
troppo spesso violentano l’unione interrompendola con la
separazione e stracciandola col divorzio: che matrimonio
è stato il vostro? Cristiano o pagano? Fatto con amore
sacrificale o con amore egoisticale? La risposta è una sola:
con l’amore sacrificale, il sacrificato e la sacrificata permane
fedele all’amore. Con l’amore egoisticale presto o
tardi ci si butta via. Questa è l’ora della verità: i matrimoni
egoisticali pure religiosi, oggigiorno manifestano la
loro inconsistenza.

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