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Radiografia dell’autorità ecclesiale.
Sesto anello egoisticale: il monopolio del potere.
Monopolio sacramentale.
Monopolio sessual-sponsal-coniugale.

A separazione consumata, quale via è percorribile per
ricomporre l’unità spezzata? Permane la via Pneumatica:
la parte che è chiamata ad accettare quel sacrificale passivo,
nell’atto in cui viene preferita, scartata e avviata a
diventare un rifiuto umano, qualora lo faccia con devoto,
silenzioso amore sacrificale, può concorrere efficacemente
alla ricomposizione, quando la carica della nuova esperienza
sessuale andrà esaurendosi o gli si volterà contro.
Ma dove sono quelli che sono disposti a praticarla? E non
c’è una via naturale per impedire la frantumazione dell’unità
coniugale? Dicono di sì.
E la si ravvisa in un’altra estasi capace di scongiurare la
separazione: l’estasi genitoriale: presente e operante là
dove il coniugio maritale ha fatto sbocciare un figlio.
Cos’è l’estasi genitoriale?
1) Non è un’estasi sessuale conseguita col figlio, anche se
questa è possibile per una gravissima deformazione sessuale.
Così il padre si unisce alla figlia e la madre si unisce
al figlio. Avremmo il disordine morale dell’incesto.
2) È una estasi visiva: c’è una somiglianza fra figli e genitori.
Questi ultimi si tuffano e si immergono in tale
somiglianza e ne hanno un godimento estatico. Ad
ambedue i genitori è possibile questa estasi, per il fatto
che ciascuno ha lasciato la sua impronta nel figlio.
Normalmente la madre ha impresso nel figlio un’orma
più rimarcata, per cui la sua estasi è molto più intensa
di quella del padre. È per questa che la madre, a separazione
avvenuta, non accetterà mai di essere privata
del figlio. Fin qui si è fatta parola di una somiglianza di
aspetto e di volto. Una somiglianza statica, impressa
unicamente nella fisicità figliale. Per di più una somiglianza
che si fa sempre più sbiadita man mano il figlio
avanza nella sua crescita fisiologica.
3) Vi è una somiglianza ancor più bramata dai genitori, ed
è la somiglianza morale nativa: un figlio che è molto
simile ai genitori nei suoi sentimenti, nei suoi atteggiamenti,
nei suoi convincimenti. La direttrice è già segnata
dal sesso medesimo. Come c’è più somiglianza morale
tra la madre e la figlia, così c’è più somiglianza morale
tra il padre e il figlio. Una somiglianza che si connota
omosessuale e che sviluppa un’estasi maschile e una
femminile non convergenti, ma per lo più divergenti. È
la pericolosa simpatia per uno che è antipatico per l’altro.
Questa però è una somiglianza puramente nativa,
che non soddisfa pienamente l’estasi genitoriale.
4) Per questo ognuno si sforza di generare nel figlio e
nella figlia una somiglianza morale di imposizione:
impositiva. Una impresa che oggi non riesce più. Infatti
i figli di oggi rifiutano qualsiasi cosa che abbia carattere
impositivo. Il tradizionale non riesce più a passare
dai genitori ai figli. Sforzi, pressioni, insistenze, otten-
gono una amara e desolante sconfitta. Così il mestiere
del padre non viene più ereditato dal figlio. I ragionamenti
paterni non hanno più accoglienza nei ragionamenti
del figlio.
Lo stile di vita paterno non viene più assunto dai figli. La
stessa religiosità paterna non viene più praticata dal figlio.
Le tradizioni genitoriali giacciono languenti fuori dalla
porta del figlio. I genitori ne fanno lamento interminabile.
Come mai a noi genitori di oggi viene interdetta finanche
questa estasi innocente? Chi è mai colui che ci nega anche
questo conforto? È il Padre che va spegnendo l’estasi
morale impositiva. Però Lui se l’è goduta nel Figlio suo.
Per ben due volte: a seguito del Battesimo e nella gloria
della Trasfigurazione, il Padre ha manifestato la sua estasi
divina in quel suo Figlio meraviglioso: ‘Questi è il mio
Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto’. Il Padre
ammira estatico non la somiglianza col Figlio, ma la perfetta
identità sacrificale. Mentre i genitori vorrebbero
ammirare estatici la somiglianza egoisticale dei loro figli.
Ecco la spiegazione del volto Paterno:
1) Il Padre vuole per accettazione sacrificale, la radicale
diversità morale tra figli e genitori, perché sta operando
un epocale passaggio dal vecchio al nuovo, dal
fideato al visuato, e domanda il concorso personale dei
genitori di oggi: domanda che accettino il sacrificale di
un’estasi genitoriale, che ha nulla di buono, perché ha
sapore esclusivamente egoisticale.
2) Inoltre vuole ammonire i genitori, perché si facciano
convinti che l’estasi genitoriale non concorre minimamente
a scongiurare una separazione, anzi concorre ad
accelerarla. L’egoisticità non unisce, ma disgiunge.

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