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Radiografia dell’autorità ecclesiale
Sesto anello egoisticale: il monopolio del potere.
Monopolio sacramentale.
Monopolio sessual-sponsal-coniugale.

L’estasi coniugale può essere spiazzata da una extramatrimoniale
migliore. L’estasi genitoriale non ha più alcuna
possibilità di affermarsi. La via della separazione è sgombra.
Ma il Padre ha provveduto a un’ancora di salvezza per
l’unità coniugale. L’ha posta nel Figlio. Il coniugio maritale
punta diritto alla sua formazione. Al Figlio di Dio ha
assegnato un duplice compito:
a) L’uno profeticale: forte richiamo all’unità matrimoniale.
b) L’altro difensivo: ultimo baluardo della unità coniugale.
La funzione profeticale: espressa chiaramente da Gesù. I
farisei pongono a Gesù una domanda insidiosa: ‘È lecito
ripudiare la propria moglie per qualunque motivo?’. Gesù li
riconduce a Mosè: ‘Che cosa vi comandò Mosè?’. Trionfanti
estraggono la concessione mosaica: ‘Mosè permise di scrivere
il libello di divorzio e di ripudiarla’. È alla loro ignoranza
che Gesù richiama quello che fece il Creatore da principio,
creando maschio e femmina: ‘Per questo l’uomo lascerà
suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna, e i due
diverranno una carne sola’. La coppia confluisce nel figlio;
è il lui che la dualità consegue la sua unità.
a) Così la diversità fisica dei genitori ottiene nel figlio
la sua perfetta fusione.
b) Così la diversità morale dei genitori consegue nel
figlio la sua perfetta fusione.
Il figlio che porta all’unità la diversità coppiale esercita un
forte richiamo all’unità coniugale. C’è dunque chi richiama
i genitori alla loro uità matrimoniale. Una seconda funzione
ancor più premente è che il figlio costituisce l’estremo
baluardo o difesa della loro unità. Il figlio li può distogliere
da ogni velleità separatista. Infatti la separazione
induce nel figlio conseguenze sconvolgenti e disastrose.
1) L’armonia della unità fisica del figlio viene ralmente
sconnessa da creare i presupposti che lo possono condurre
a una strozzatura di vita.
2) L’unità morale viene orrendamente smembrata, al
punto da smarrire l’orientamento unitario della vita.
3) L’unità affettiva viene orrendamente sconquassata dal
tormentoso dubbio di non sapere a chi prestare fiducia.
Sicuramente cadrà nella rete di quella parte che con l’astuzia,
con l’inganno e con la menzogna riuscirà a carpirne la
simpatia, dopo di aver infangato in ogni modo l’altra parte.
Non è facile misurare la devastazione fisica, morale, psicologica,
mentale apneumatica di quel figlio che viene travolto
dalla separazione di suoi genitori, che hanno vanificato
finanche l’ultimo baluardo: il figliale. È l’ultima prova che
l’amore genitoriale è marcatamente egoisticale. L’unità iniziale
è di stampo egoisticale: si promettono non la fedeltà
sacrificale, ma la egoisticale. La conferma si ha nella mancata
unità finale. La presenza del figlio potrebbe fornire un
supplemento alla tenue forza sacrificale presente.
Ma la totale assenza della dotazione sacrificale, rende vana
pure l’ultima difesa. Non sempre però il figlio c’è.
1) Talora non c’è perché, per difetto di natura, non ci può
essere. In questo caso l’unità sponsale dovrebbe attingere
unicamente dalla promessa iniziale di fedeltà
sacrificale. Ma se la promessa la si è fatta unicamente
sull’amore egoisticale, l’assenza del figlio accelererà la
spinta della separazione.
2) Talaltra non c’è perché non lo si vuole. Allora le cose si
mettono non male, ma malissimo. Perché non si vuole il
figlio? Prevedendo e supponendo il facile esaurimento
dell’estasi coniugale e il passaggio a una sessuale
migliore, si decide di tenere la via sgombra di figli, in
modo che la separazione si possa realizzare nel modo più
veloce e pacifico. Generosità sacrificale o sordida avarizia
egoisticale? Facile la risposta. Non possiamo però
condannare il Padre che nella sua creatura umana vuole
questo per accettazione sacrificale. Vogliamo solo dare
uno scuotimento a quella coscienza egoisticale ormai
fossilizzata e sedimentata. Scossa solo esterna, nella speranza
che si accompagni la scossa Pneumatica interiore.

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