566

Radiografia dell’autorità ecclesiale.
Sesto anello egoisticale: il monopolio del potere: il sacramentale.
Monopolio sessual-sponsal-coniugale.

Lo stesso amore egoisticale prima congiunge e poi
disgiunge. Non è una cosa strana dal momento che l’amore
egoisticale congiuntivo è già potenzialmente disgiuntivo.
A quali cause si deve attribuire una separazione? Non
lasciamoci ingannare dalle appariscenti, perché una sola è
la vera causa: un’estasi sessuale nuova rimuove dalla
coniugale usuale.
Ecco la dimostrazione: il provocante non si ferma alla
separazione; non intende passare a una vita di solitudine.
Se non l’ha già pronta, passerà presto a un’altra congiunzione.
Per questo la sua separazione si fa sempre adulterina:
lo fa volgere a un’altra persona. Inizialmente assume
la forma di convivenza; una forma di passaggio.
Intanto c’è tutto un lavorìo di richieste, di documentazione,
di avvocatura, di convocazioni giudiziarie, di confronti
serrati per addivenire alla dichiarazione di divorzio legalizzato.
Conquista sociale per chi la vita vale per il piacere
che sa dare. In realtà il secondo matrimonio raddoppia
l’egoisticità del primo: velatamente egoisticale il primo,
sfacciatamente il secondo.
Pose queste che non vengono né ammesse, né riconosciute
dal provocante, il quale insiste a produrre la sua unica
motivazione: ‘Volevo rifare la mia vita coniugale’. Di
fatto raddoppia la morte dell’amore. Tant’è vero che del
divorzio se ne serve per compiere due operazioni:
1) Seppellire la lasciata sotto una condanna definitiva:
‘Tutta colpa sua!’.
2) Darsi la sua riabilitazione sociale: ‘Avevo ragione io’:
come se una sentenza di tribunale possa cancellare il
gravissimo male che si è fatto all’amore.
Vorrebbe giustificarsi (riapparire giusto) pure davanti alla
sua Chiesa per cancellare il marchio di divorziato; protesta
vivacemente perché non lo si ammette a un secondo
matrimonio religioso. Detto bene perché anche il primo fu
solamente religioso, ma non cristiano. Non è la forma
(civile o ecclesiale) che qualifica un matrimonio, ma è la
sostanza che si congiunge. Ora, tutti i matrimoni sono religiosi:
sia i civili che gli ecclesiali: celebrati in Comune o
nella casa della Chiesa. Infatti si congiungono due amori
egoisticali, che sono sempre amore divino Paterno, pure
manipolato da Satana. Il matrimonio è cristiano non perché
si celebra nella casa della Chiesa, ma perché si congiungono
due amori sacrificali. Per cui, tutti i matrimoni
sono religiosi; ma quanti saranno anche cristiani?
Sicuramente non quelli che si concludono con la separazione
adulterina, Poiché la Chiesa non concede un secondo
matrimonio ecclesiale, si pretende almeno che pure i
divorziati vengano ammessi ai sacramenti (Confessione e
Comunione). Se ne farà un discorso successivo. Per ora si
deve sottolineare la portata infernale del divorzio: si passa
da un odio disgiuntivo a un odio fissativo. Ci si fissa profondamente
nell’amore di odio. Il divorziato risposato è
un uomo bifronte: ama egoisticamente la trovata e odia
satanicamente la lasciata. E la subente come si comporta
in tale evento? Una sola pronta risposta: portarsi alla pari.
Poiché normalmente un divorziato sposa una divorziata,
anche la lasciata sposa un divorziato.
Così si incrociano quattro amori di odio. Ora le due famiglie
di divorziati si pongono a confronto: si guardano, si
spiano, indagano, scrutano per essere pronti al canto della
vittoria, nell’atto di lanciare tutto il disprezzo sul nuovo
matrimonio andato a fondo.
Per impedire il canto di vittoria all’altra parte, i due matrimoni
vanno sviluppando un intenso sacrificale, perché il
matrimonio possa galleggiare ad ogni costo.
È l’egoisticità che è capace di produrre generosamente il
suo sacrificale. Davanti ai matrimoni di divorziati non
possiamo che sentire orrore per la massa di odio messa in
circolazione. E non possiamo che provare terrore per quella
fissità che si è data all’odio. Sembra che il loro canto di
vittoria sia in tutto simile a quello di Satana.
Appropriandosi dell’amore Paterno va in odio e contro il
Padre e contro l’Angelo eternale dal quale divorzia per
passare a una pazzesca disperazione.

Nessun commento:

Posta un commento